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LE INTERVISTE

di

Mattia Lattanzi

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FLAVIO GISMONDI

Dal rock alla musica classica; com’è nato il tuo gruppo rock – punk, Killer Krab ?

Il gruppo è nato praticamente a Santa Marinella dove io sono solito passare l’estate; li ho conosciuto il chitarrista il quale, fondato già il gruppo, era alla ricerca di un cantante. Ho avuto così la fortuna di essere stato il vocalist di questo splendido gruppo che ancor oggi si esibisce egregiamente a Roma.
 

Ma se non sbaglio hai diretto anche una corale romana?

Si per un piccolo periodo, prima di partire per il Giulietta e Romeo, mi è stato dato il compito di gestire il coro della chiesa della mia scuola anche come attività extrascolastica.
 

Dal 2007 sei impegnato nel ruolo di Romeo in “Romeo e Goletta” di Cocciante; come vivi il tuo personaggio?

 Cerco sempre di vivere Romeo nel modo più dinamico possibile. Non cerco mai di essere statico nell’interpretazione ma cerco così ogni sera di trovare quell’anelito in più che mi da la forza di cantare. Non sembra ma tra interpretare e cantare esiste un legame fortissimo: credo dunque che l’essere monotono ogni sera nel cantare e nell’interpretare nello stesso modo il personaggio renda l’interprete fortemente annoiato e privo di ogni slancio emotivo. Lo vivo ogni sera diversamente, cerco sempre di metterci qualcosa di più e magari di sviscerarlo in tutte le sue faccie per cogliere anche qualche similitudine con me stesso e con il mio attuale modo di vivere. Ammetto che i testi di Panella mi hanno aiutato molto in questo processo di scoperta.
 

Com’è il tuo rapporto con Riccardo Cocciante e con gli altri interpreti dell’opera?
 
Ho un buonissimo rapporto con Riccardo Cocciante e poi si è dimostrata una persona disponibilissima. E’ sempre stato con noi e ci ha sempre sostenuto.
All’interno del gruppo sono riuscito a stabilire forti legami che non avrei mai pensato di creare. Ho sempre vissuto in maniera serena e con la voglia di stare insieme. Si è creata perciò una squadra, una bella squadra e, soprattutto, un grandissimo team. Poi ovvio che ho legato più con alcuni elementi rispetto ad altri, ma non posso assolutamente lamentarmi di nulla perché ogni volta è come se stessimo in una grande famiglia. Termine poco usato ma indispensabile.
 

Hai recentemente vinto un concorso di poesie d’amore, ottenendo tra l’altro la pubblicazione di una tua poesia: “Ti scrivo un groviglio di parol d’amore”; a chi l’hai dedicata, e come è nata in te questa arte?

Ti scrivo un groviglio di parol d’amore, che pungon come rose il tuo dito, sanza udir dolor e nessun guaito, perché puro, vero e di rosso candore;

il solo dolor è quello interiore;
il mio, del mio cor ingobbito
per scriverti un sonetto almen gradito,
ed esaltar il massimo splendore;

poi voltar pagina e scriver ancora,
cantando rime nella quiete ’ntorno,
e usando ‘l senno per cassa sonora;

diciamo amore, e io con questo t’orno;
seduti ben, e al ciel guardiam talora,
colle man giunte e volti al buon giorno.

Questo è il sonetto che è stato scelto per la pubblicazione. La poesia in me è nata prima del canto; ho sempre scritto e ho sempre voluto scrivere perché era l’unico modo per riuscire a condividere col mondo le mie emozioni. Il canto è chiaro che viene dopo. Questo sonetto è dedicato a Claudia. Il cognome lo trascuro volontariamente. Fa parte di una raccolta di sonetti d’amore che ho scritto circa tre anni fa. La poesia per me è stata sempre molto importante e sempre sarà al primo posto perché è comunque l’unica cosa che riesce a toccare profondamente la mia anima e la mia sensibilità. La musica anche non sfugge al suo ruolo, ma la poesia è quella sottigliezza che comunque libera i miei pensieri dalla loro oscurità. 

Hai in mente di continuare a scrivere, e non solo poesie magari?

Continuerò sempre a scrivere: da un anno e mezzo a questa parte ho già iniziato a comporre un poema molto impegnativo suddiviso in dieci canti composti da ottave in versi endecasillabi. La scelta metrica è venuta spontanea dai primi otto versi che scrissi del primo canto un anno fa. Poi ho anche altri progetti che non riguardano solo la poesia ma anche la musica. Scrivo comunque canzoni, sonatine per pianoforte e musical. E’ impegnativo certo, ma è anche molto divertente lo faccio soprattutto per divertirmi

Quali sono i tuoi progetti futuri…e i tuoi sogni che speri di realizzare?

Sono una persona ricca di ambizioni, chiedermi che sogni vorrei realizzare è un’utopia perché non saprei da che parte cominciare. Ho sempre desiderato fare l’Architetto e allo stesso tempo mantenere i miei rapporti con la poesia e con la musica. Mi piacerebbe studiare composizione e lettere italiane. Ho tante ambizioni. È sempre bello avere tante cose a cui appassionarsi nella vita ed è sempre molto sorprendente, il problema sta nel futuro, perché poi una scelta può escludere l’altra e viceversa. Non è sempre tutto così semplice e soprattutto non è sempre tutto così chiaramente scontato. Purtroppo solo il tempo mi darà modo di vedere questo futuro oltre la nebbia; sempre se in questo eterno mondo scettico riesca a risorgere il “fato” che domina inconsciamente i nostri sensi.

Mattia Lattanzi

                                      
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