Ti è mai capitato di andare ad abbracciare il tuo partner e sentirlo irrigidirsi come un baccalà? O magari hai notato che quelle coccole spontanee sul divano sono diventate più rare dei giorni di sole a Milano a novembre? Prima di iniziare a pensare che il tuo lui o la tua lei stia programmando una fuga romantica con qualcun altro, fermati un attimo. Quello che stai vivendo è molto più comune di quanto immagini, e le spiegazioni potrebbero sorprenderti.
Quando il corpo dice “no grazie” ma il cuore dice tutt’altro
Il contatto fisico nelle relazioni funziona un po’ come il WiFi di casa: quando va tutto bene non ci pensi nemmeno, ma quando inizia a fare le bizze ti accorgi di quanto sia fondamentale. Gary Chapman, nel suo celebre libro “Le cinque lingue dell’amore”, ha identificato il contatto fisico come una delle modalità principali attraverso cui molte persone esprimono e ricevono affetto. Per alcuni è letteralmente il linguaggio del cuore.
Ma ecco il colpo di scena che nessuno ti racconta mai: quando il tuo partner inizia a evitare il contatto fisico come Neo schiva i proiettili in Matrix, non significa automaticamente che stia scaricando Tinder di nascosto. John Gottman, uno dei più rispettati ricercatori al mondo sulle dinamiche di coppia, sottolinea come questi comportamenti possano nascondere una vera e propria miniera di significati diversi, molti dei quali non hanno nulla a che vedere con il vostro rapporto.
I veri colpevoli dietro il “non mi toccare”
Prima di trasformare il soggiorno in un tribunale e iniziare l’interrogatorio in terzo grado, diamo un’occhiata a cosa ci dice la psicologia delle relazioni su questo comportamento apparentemente inspiegabile.
Lo stress: il ladro silenzioso delle coccole
Pensa al tuo partner come a uno smartphone con la batteria quasi scarica. Quando siamo sotto pressione – che sia per quel capo impossibile, i problemi con i genitori, o le bollette che continuano ad arrivare – il nostro cervello attiva una sorta di “modalità aereo” emotiva. In questa modalità, anche gesti semplici come un abbraccio possono sembrare troppo impegnativi.
Gli articoli pubblicati su Psychology Today riportano frequentemente casi in cui periodi di particolare ansia o sovraccarico lavorativo portano le persone a ridurre istintivamente i gesti affettuosi. Non perché amino meno il partner, ma perché stanno già gestendo un casino emotivo interno e hanno paura che un gesto in più possa far crollare tutto il castello di carte.
La modalità “protezione emotiva”: quando meno è davvero meglio
Ecco una cosa che ti farà cadere dalla sedia: alcune persone evitano il contatto fisico non perché non lo desiderino, ma perché hanno paura di non riuscire a gestire le emozioni che potrebbe scatenare. È come quando hai appena finito di guardare “Coco” e qualcuno ti offre un abbraccio consolatorio – potresti essere tentato di dire no perché sai che ricominceresti a piangere come una fontana.
Questo meccanismo di autoregolazione emotiva è stato descritto dallo psicologo James Gross nei suoi studi sulla gestione delle emozioni. È particolarmente frequente in persone che stanno attraversando momenti di vulnerabilità o che hanno difficoltà a mettere in parole quello che provano.
I pattern di attaccamento: il bagaglio invisibile che portiamo tutti
La teoria dell’attaccamento di John Bowlby e Mary Ainsworth ci insegna che ognuno di noi porta con sé, fin dall’infanzia, dei “programmi” specifici su come relazionarsi agli altri. Alcune persone hanno sviluppato quello che i psicologi chiamano “attaccamento evitante” – non perché siano fredde come un gelato dimenticato nel freezer, ma perché hanno imparato che mantenere una certa distanza emotiva le fa sentire più al sicuro.
Se il tuo partner ha questo tipo di attaccamento, potrebbe attraversare periodi in cui il bisogno di spazio fisico si intensifica, specialmente durante momenti di cambiamento o incertezza.
I segnali che dovrebbero accendere una lampadina
Ora, prima che tu pensi che stiamo giustificando qualsiasi comportamento con la scusa della psicologia, facciamo le dovute distinzioni. Ci sono situazioni in cui preoccuparsi è legittimo, e altre in cui invece puoi tirare un sospiro di sollievo.
Bandiere rosse che meritano la tua attenzione
Gottman, che ha dedicato la sua carriera a studiare cosa fa funzionare o fallire le relazioni, suggerisce di prestare attenzione quando l’evitamento fisico si accompagna a un cocktail di altri segnali preoccupanti:
- Comunicazione in picchiata libera – Non solo parlate meno, ma evita sistematicamente qualsiasi conversazione che vada oltre “hai comprato il latte?”
- Irritabilità da record mondiale – Anche la richiesta più innocente viene accolta come se gli avessi chiesto di scalare l’Everest in ciabatte
- Diventare degli estranei sotto lo stesso tetto – Non solo niente contatto fisico, ma anche zero interesse per le attività che prima vi piaceva fare insieme
- Routine completamente stravolte – Orari diversi, abitudini nuove che sembrano progettate per evitare di incrociarsi anche solo per sbaglio
Segnali che invece possono essere una fase passeggera
D’altra parte, se l’unico cambiamento che hai notato è la riduzione del contatto fisico, ma il tuo partner continua a dimostrare amore in altri modi – magari ti prepara ancora il caffè come piace a te, ti chiede come è andata in quell’incontro importante, o ti sostiene quando hai avuto una giornata pessima – allora probabilmente stai attraversando una di quelle fasi che capiteranno a tutte le coppie prima o poi.
Come gestire la situazione senza trasformarla in un episodio di Beautiful
Ora arriviamo alla parte pratica: cosa fare quando ti trovi in questa situazione? Ecco le strategie che i terapeuti di coppia suggeriscono per navigare queste acque apparentemente agitate senza far naufragare tutto.
L’arte della comunicazione senza far saltare in aria tutto
La regola numero uno è evitare l’approccio accusatorio come la peste. Frasi tipo “Non mi tocchi mai più, cosa ho fatto di male?” o “Ti comporti come se fossi contagiosa” metteranno il tuo partner automaticamente sulla difensiva. Invece, prova con qualcosa del tipo: “Ultimamente ho notato che siamo meno fisici del solito. C’è qualcosa che ti preoccupa o di cui ti andrebbe di parlare?”
Questa formulazione apre una porta invece di sbatterla in faccia, e fa capire che sei lì per capire, non per attaccare.
Diventare un ninja dell’ascolto attivo
Se il tuo partner si decide ad aprirsi e ti racconta quello che sta passando, resisti alla tentazione naturale di trasformare tutto in una questione che riguarda te. Se ti dice che è stressato per il lavoro, non rispondere subito con “Ma questo non giustifica il modo in cui mi tratti”. Invece, cerca di capire davvero quello che sta vivendo.
A volte, quando le persone si sentono ascoltate e comprese senza giudizi, la conseguenza naturale è un riavvicinamento spontaneo. È come quando finalmente riesci a spiegare a qualcuno perché quella cosa ti ha fatto arrabbiare e ti senti subito più leggero.
Creare zone sicure per essere vulnerabili
Una delle tattiche più efficaci è creare momenti e spazi dove il partner si senta sicuro di abbassare le difese. Questo potrebbe significare dedicare del tempo senza distrazioni – telefoni in modalità aereo, Netflix spento, notifiche silenziate – solo per parlare. Oppure proporre attività rilassanti che non richiedano necessariamente contatto fisico ma che favoriscano la connessione, come cucinare insieme o fare una passeggiata.
La pazienza: l’ingrediente segreto che nessuno vuole sentirsi dire
Ecco la verità che fa male: non puoi forzare qualcuno a essere più fisico. Quello che puoi fare è creare le condizioni perché questo riavvicinamento avvenga in modo naturale. A volte questo significa semplicemente essere pazienti e dimostrare attraverso piccoli gesti quotidiani che ci sei, senza pressioni né aspettative immediate.
Quando è ora di chiamare i rinforzi professionali
Non tutte le situazioni possono essere risolte con una bella chiacchierata e un po’ di buona volontà. Ci sono momenti in cui l’intervento di un professionista può fare la differenza tra salvare la relazione e guardarla sfumare lentamente.
Considera seriamente la terapia di coppia se l’evitamento del contatto fisico persiste per diversi mesi nonostante i tuoi tentativi di comunicazione, se la situazione sta creando tensione e risentimento che si stanno diffondendo anche in altri aspetti della vostra vita insieme, se il tuo partner sembra proprio incapace di spiegare o affrontare il proprio comportamento, o se ti stai accorgendo che stai iniziando a mettere in discussione il valore dell’intera relazione.
Un terapeuta esperto può aiutare entrambi a esplorare le dinamiche nascoste in un ambiente neutrale e sicuro, fornendo strumenti concreti per ricostruire l’intimità in modi che funzionano per tutti e due.
Il lato positivo: quando la crisi diventa opportunità
Anche se può sembrare assurdo, questi momenti di apparente “crisi” nell’intimità fisica possono trasformarsi in occasioni per approfondire altri aspetti della relazione che magari avevate trascurato. Molte coppie raccontano che, dopo aver attraversato e risolto periodi di distanziamento fisico, hanno sviluppato una comunicazione più autentica e profonda.
Quando non puoi contare sui gesti fisici per comunicare affetto, diventi più creativo nel trovare altri modi per dimostrare amore e cura. Questo può portare a scoprire dimensioni della vostra relazione che prima davate per scontate, come quella capacità di sostenersi a vicenda nelle difficoltà o di ridere insieme anche quando le cose si fanno complicate.
L’evitamento del contatto fisico in una relazione è come un sintomo del raffreddore: può indicare tante cose diverse, alcune serie e altre completamente innocue. La chiave sta nel non precipitarsi alle conclusioni più drammatiche, ma nell’affrontare la situazione con curiosità invece che con paura.
Le relazioni sono organismi viventi che attraversano stagioni diverse, proprio come la natura. A volte c’è l’estate dell’intimità appassionata, a volte l’inverno della riflessione e del raccoglimento interiore. Quello che conta davvero è come decidete di attraversare insieme questi cambiamenti, mantenendo sempre aperto il canale della comunicazione autentica e del rispetto reciproco.
Ricorda sempre che dietro ogni comportamento apparentemente incomprensibile c’è una persona con le sue paure, vulnerabilità e bisogni. Approcciare la situazione con empatia invece che con giudizio è spesso la chiave magica per trasformare un momento di apparente distanza in un’opportunità di maggiore intimità emotiva e comprensione reciproca.
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