Luca Marinelli stasera in tv con Diabolik dei Manetti Bros: il film che ha riportato in vita una leggenda dimenticata

In sintesi

  • 🎬 Diabolik
  • 📺 Rai Movie HD, ore 21:10
  • 🕵️‍♂️ Un thriller italiano che porta sullo schermo il celebre ladro mascherato dei fumetti anni ’60, tra atmosfere noir, azione, mistero e fascino vintage, con protagonisti Luca Marinelli, Miriam Leone e Valerio Mastandrea, diretto dai Manetti Bros.

Diabolik, Manetti Bros, Luca Marinelli, Eva Kant, thriller italiano: la serata in TV si tinge di noir! Se sei un appassionato di cinema italiano, cult della graphic novel e sei alla ricerca di un’iniezione di azione, mistero e ambiente vintage, questa sera hai un appuntamento imperdibile: “Diabolik”, diretto dai talentuosi Manetti Bros, va in onda alle 21:10 su Rai Movie HD. Un film che promette di trasportare sullo schermo la magia inquietante e affascinante di uno dei fumetti più amati della storia italiana.

Diabolik: il mito scende in strada negli anni ‘60

Muoversi nelle strade di Clerville alla fine degli anni ‘60 è come fare un viaggio nel tempo. Il leggendario ladro mascherato, interpretato da Luca Marinelli, affronta la sfida della vita: questa volta, l’infallibile ispettore Ginko (Valerio Mastandrea) sembra finalmente avere in pugno il “Re del terrore”. Insomma, tensione alle stelle, con una caccia all’uomo che intrappola lo spettatore fra atmosfere da noir sofisticatissimo e suspense vecchio stile.

Ma al centro della scena arriva lei, Eva Kant, incarnata con raffinata eleganza da Miriam Leone: ricca, decisa, con il diamante rosa che fa gola a tutti, ma soprattutto con quel mix di fascino e ambiguità che fa “deragliare” anche un criminale di ghiaccio come Diabolik. È qui che la narrazione prende fuoco: si parla di ricatto, amore impossibile, giochi di potere e, ovviamente, di colpi di scena fino all’ultima inquadratura.

L’atmosfera: un tributo a fumetto e cultura pop

I Manetti Bros non si sono limitati a trasporre una storia: hanno ricreato il culto Diabolik con una messa in scena maniacale, indossando abiti d’epoca, facendo sfrecciare auto vintage e cesellando una città che sembra fuoriuscita direttamente da una tavola disegnata. Riuscire a restituire l’essenza nera e pop dei fumetti delle sorelle Giussani è un’impresa che pochi avrebbero osato. E qui si vede la mano nerd della regia: ogni dettaglio – dalla colonna sonora jazz-beat alle movenze dei protagonisti – racconta l’amore per quell’universo a metà strada tra 007 e il poliziottesco all’italiana, dove la morale non è mai netta e l’eroe è, in fondo, un anti-eroe affascinante e sfuggente.

  • Luca Marinelli giganteggia nel ruolo di Diabolik, fedele alla mitologia del personaggio grazie a una scelta attoriale quasi “decostruita”: pochi sorrisi, posture scolpite e uno sguardo che buca lo schermo, come una vera maschera enigmatica.
  • Miriam Leone conferma il suo talento di icona glam tra forza e dolcezza, mentre Valerio Mastandrea porta un’ironia crepuscolare e malinconica al suo Ginko, contribuendo a quell’effetto vintage “noir mediterraneo”.

Critica, pubblico e la rinascita di una leggenda

Avere a che fare con un simbolo come Diabolik – creato da Angela e Luciana Giussani nel ‘62 e mantenuto, per decenni, tra le massime icone pop del made in Italy – non era affatto scontato. Ecco perché il Diabolik dei Manetti Bros è stato sin dal principio un film-evento: 8 candidature e 1 vittoria ai Nastri d’Argento, 11 candidature e 1 trionfo ai David di Donatello, confermano un successo di critica e pubblico. Pur tra qualche riserva (il ritmo, in certi passaggi, è volutamente “lento”, come nell’hard boiled di una volta), la pellicola ha centrato la missione: riaccendere la passione per una saga e dare nuova linfa vitale ai personaggi (non a caso, sono già usciti sequel e il franchise è vivissimo!).

Curiosità da nerd? Marinelli ha scelto la totale impassibilità come cifra interpretativa, mentre Miriam Leone si è letteralmente “immersa” nei vecchi Diabolik per carpirne la fisicità. La produzione ha limitato le tecnologie digitali, per far respirare l’estetica manuale degli anni ’60. E la risposta dei fan più accaniti? Un entusiasmo contagioso, con la voglia di rivedere il personaggio non solo nelle edicole, ma anche al cinema di qualità.

Impossibile non menzionare il lascito culturale: Diabolik incarna il mito dell’anti-eroe ambiguo, che continua a sedurre diverse generazioni di spettatori e lettori. Il film rilancia una riflessione moderna su identità, giustizia e libertà, riuscendo a essere pop e profondo al tempo stesso. La colonna sonora e le scenografie sono una vera perla per gli amanti del vintage, mentre la fotografia richiama le grandi pellicole noir europee della vecchia scuola. Un inno alla creatività tutta italiana.

Stasera, lascia che Diabolik ti colpisca ancora

In un panorama dove l’offerta seriale e cinematografica sembra spesso appiattirsi, “Diabolik” riesce a emergere per stile, coraggio e passione nerd. Guardarlo stasera significa compiere un viaggio dentro l’immaginario pop tricolore, tra furti impossibili, inseguimenti e dialoghi taglienti. Ma soprattutto, significa celebrare quella straordinaria capacità del cinema italiano di leggere il proprio passato e proiettarlo – con classe – nel presente. Diabolik non invecchia mai: lo si ama, lo si teme, lo si insegue. E ogni volta si resta affascinati dal suo sguardo dietro la maschera.

Quale elemento del Diabolik dei Manetti Bros ti affascina di più?
Luca Marinelli impassibile e magnetico
Eva Kant di Miriam Leone
Atmosfera noir anni Sessanta
Fedeltà al fumetto originale
Regia maniacale dei dettagli

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