Stasera in tv Pierfrancesco Favino nel film più intenso della sua carriera: preparate i fazzoletti per Il colibrì

In sintesi

  • 🎬 Il colibrì
  • 📺 Rai 3 HD alle 21:20
  • 🦋 Un film drammatico tratto dal romanzo di Sandro Veronesi che racconta la vita di Marco Carrera, soprannominato “il Colibrì”, tra amori irrisolti, dolori familiari e resilienza, con una narrazione intensa e raffinata che esplora la complessità dei legami umani e la capacità di adattarsi alle difficoltà della vita.

Pierfrancesco Favino, Francesca Archibugi e la capacità resiliente del protagonista danno vita a “Il colibrì”, il film che si prende la scena questa sera su Rai 3 HD dalle 21:20. La pellicola, adattamento del celebre romanzo di Sandro Veronesi (Premio Strega 2020), rappresenta uno degli appuntamenti più attesi da chi ama il cinema italiano raffinato, introspettivo e intensissimo, un’opera dalla potenza narrativa quasi terapeutica che sa parlare al cuore e alla mente degli spettatori.

Il colibrì: intrecci d’amore, dolori segreti e una lezione di adattamento

Al centro di “Il colibrì” c’è Marco Carrera, interpretato da un impeccabile Pierfrancesco Favino. Soprannominato “il Colibrì” per la sua apparente fragilità e la capacità di resistere agli urti della vita con una silenziosa forza interiore, Marco è un personaggio che si imprime subito nella memoria. La pellicola scava nel suo percorso esistenziale dagli anni ’70 fino ad oggi, alternando frame del passato e del presente e costringendo lo spettatore a ricostruire, tassello dopo tassello, una biografia fatta di: amori mai vissuti, come quello per la luminosa Luisa Lattes (Bérénice Bejo), un matrimonio tiepido con Marina (Kasia Smutniak), tragedie familiari e rapporti genitoriali irrisolti.

La regia sensibile e chirurgica di Francesca Archibugi esalta la dimensione privata dei personaggi, insistendo sulla complessità dei legami familiari, sulla necessità di adattarsi alle tempeste della vita e su quel bisogno disperato di restare “immobili” mentre il mondo cambia, proprio come fanno i veri colibrì. Il rapporto tra Marco e lo psicoanalista Daniele (interpretato con misura da Nanni Moretti) diventa allora emblema di una salvezza che arriva solo accettando la propria imperfezione.

Un cast di altissimo livello per una parabola esistenziale

L’interpretazione di Favino è il perno emotivo dell’intera opera: sembra quasi che il dolore e la tenacia del suo Marco Carrera siano impressi in ogni gesto e in ogni silenzio. Kasia Smutniak, perfetta nella parte di una moglie insicura e sfuggente, e Bérénice Bejo, che regala al personaggio di Luisa una luminosità fragile e malinconica, arricchiscono la narrazione di pathos e autenticità. Laura Morante contribuisce con il suo consueto tocco sofisticato nel ruolo della madre, mentre la presenza di Nanni Moretti, anche se in posizione defilata, soddisfa il palato di chi cerca all’interno del film italiano contemporaneo quelle “chicche cinefile” che fanno la differenza.

  • Il film è una vera palestra di emozioni forti, ma mantiene uno stile elegante, mai compiacente, attento alla verosimiglianza dei dialoghi e allo sguardo dei personaggi bambini (Archibugi docet!)
  • Le ambientazioni retrò e la cura estetica negli abiti e nelle scenografie fanno di “Il colibrì” un’opera visivamente appagante e ricostruita nei minimi dettagli, tanto da immergere il pubblico nella borghesia italiana dagli anni ’70 in poi

Il colibrì tra adattamento cinematografico, critica, premi e impatto emotivo

C’è qualcosa di profondamente nerd nell’analizzare “Il colibrì”: è uno di quei film destinati a suscitare discussioni accese tra cinefili. Da un lato, la maestria tecnica della regia, la ricchezza della sceneggiatura (firmata dallo stesso Veronesi e Archibugi) e le interpretazioni sontuose hanno raccolto consensi pressoché unanimi per raffinatezza, misura e stile.

Dall’altro, non si può negare che il ritmo lento, la costante oscillazione tra passato e presente e la palpabile atmosfera di distacco, quasi “anestetizzata”, abbiano lasciato una parte del pubblico con la sensazione di stare osservando un bellissimo diorama: perfetto in superficie ma difficile da avvicinare emotivamente. Non a caso, la critica si è divisa tra chi ha gridato al capolavoro e chi ha rimproverato alla Archibugi di confezionare un “plastico altoborghese” privo di calore umano. È la classica diatriba tra chi ama le trame esistenziali da sezionare in salotto e chi cerca un cinema più viscerale, meno costruito.

  • Il voto medio della critica si attesta su un rotondo 2.50 su 5, mentre il pubblico si mostra leggermente più generoso (2.87 su 5): il vero valore aggiunto resta comunque l’esperienza intensa (anche se non sempre comfortante) che lascia negli spettatori.
  • Il film ha ricevuto numerose nomination ai Nastri d’Argento, e il romanzo stesso è stato un evento editoriale, segnando con forza l’immaginario collettivo dei lettori italiani degli ultimi anni.

Il colibrì stasera, appuntamento da non perdere su Rai 3 HD

Per chi cerca una sera d’estate da passare non solo davanti a una storia, ma dentro una vicenda che lascia il segno, “Il colibrì” è la scelta ideale. Sia che siate amanti dei drammi esistenziali, sia che vogliate scoprire come si possano riadattare in chiave cinematografica le pagine di uno dei romanzi più discussi degli ultimi anni, non potete perdervi questo film.

L’appuntamento è per stasera, 13 agosto 2025, su Rai 3 HD alle 21:20. Lasciatevi trasportare da una regia che gioca con i ricordi e con la fragilità umana, da attori che sanno come restare nelle corde dello spettatore e da una storia che, come il colibrì, dimostra quanto faticoso ma vitale sia restare in equilibrio sulle proprie ferite. Un film che non pretende di consolare, ma che invita alla resistenza: proprio ciò di cui a volte abbiamo disperatamente bisogno.

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