Perché le persone tradiscono dopo i 60 anni? Gli esperti rivelano le 5 cause che nessuno immagina

Tradimenti dopo i 60: la verità che nessuno vuole ammettere

Se pensi che i tradimenti siano roba da quarantenni in crisi o da ventenni che non sanno cosa vogliono dalla vita, preparati a rivedere le tue convinzioni. La realtà è molto più complessa e, diciamocelo, decisamente più interessante di quello che immagini. Gli studi più recenti stanno rivelando un fenomeno che sta facendo discutere psicologi e sociologi di tutto il mondo: l’infedeltà nella terza età non solo esiste, ma sta assumendo caratteristiche completamente nuove.

Dimenticati l’immagine stereotipata della coppietta di anziani che guarda il tramonto mano nella mano, felice e soddisfatta dopo decenni di matrimonio. La verità è che anche dopo i 60 anni, Cupido può decidere di combinare qualche pasticcio. E le motivazioni dietro questi comportamenti sono così diverse da quelle che conosciamo che vale la pena approfondirle seriamente.

I numeri che ti lasceranno a bocca aperta

Partiamo dai fatti concreti, perché i numeri non mentono mai. Secondo una ricerca pubblicata da State of Mind nel 2020, il tasso di infedeltà dopo 25 anni di matrimonio si attesta intorno al 13%. Potrebbe sembrarti poco, ma fermati un attimo a pensare: stiamo parlando di coppie che hanno attraversato insieme praticamente tutto quello che la vita può offrire. Nascite, morti, crisi economiche, figli adolescenti, malattie, cambi di casa, pensionamenti. Eppure, una su otto decide comunque di tradire.

Ma ecco la parte davvero interessante: questo fenomeno non sta diminuendo, anzi. E la responsabilità, se così vogliamo chiamarla, è di un fattore che probabilmente non avresti mai considerato: la tecnologia. Sì, hai letto bene. Anche i tuoi genitori e i tuoi nonni stanno scoprendo Facebook, WhatsApp e persino le app di incontri.

WhatsApp, Facebook e l’amore al tempo dei social

Pensa a questo scenario: tua nonna ritrova su Facebook il suo primo amore del liceo. Iniziano a chattare per nostalgia, si scambiano foto di come erano una volta, si raccontano le loro vite. All’inizio è tutto innocente, ma poi… beh, la natura umana è sempre la stessa, indipendentemente dall’età. Come ha evidenziato una ricerca di CNA Pensionati, la tecnologia ha letteralmente rivoluzionato le possibilità di connessione anche per gli over 60, creando opportunità che semplicemente non esistevano prima.

Il risultato? Situazioni che sarebbero state impensabili anche solo dieci anni fa. Il vecchio compagno di università che riappare nei suggerimenti di Facebook, la collega di lavoro con cui si riallaccia il contatto tramite LinkedIn, il vicino di casa che inizia a mandare messaggi su WhatsApp. La tecnologia ha abbattuto le barriere e creato un mondo di possibilità che la generazione dei nostri genitori sta ancora imparando a navigare.

La psicologia dietro le scelte che non ti aspetti

Lawrence Josephs, autore del libro “Infedeltà. Scienza delle relazioni e psicoterapia”, ci offre una chiave di lettura affascinante. Secondo le sue ricerche, l’infedeltà non nasce mai da una singola causa, ma è sempre il risultato di un intreccio complesso di fattori psicologici. E questi fattori possono attivarsi in qualsiasi momento della vita, anche quando pensiamo di aver ormai sistemato tutto.

Uno dei motori principali è il bisogno di novità e stimolazione. Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, questo bisogno non diminuisce con l’età. Anzi, in molti casi può addirittura intensificarsi. Dopo decenni di routine consolidate, di ritmi prevedibili e di ruoli ben definiti, la mente può iniziare a cercare disperatamente qualcosa di nuovo, di eccitante, di diverso.

Quando l’identità va in crisi

Ecco un aspetto che spesso viene sottovalutato: i cambiamenti identitari della terza età sono molto più profondi di quanto la maggior parte delle persone realizzi. Il pensionamento non è solo smettere di lavorare, è perdere una parte fondamentale di chi si è stati per decenni. I figli che escono di casa non significa solo avere più spazio e silenzio, significa dover ridefinire completamente il proprio ruolo di genitore.

Aggiungi i cambiamenti fisici, quelli ormonali, la consapevolezza crescente della mortalità, e hai una tempesta perfetta di trasformazioni che possono far emergere bisogni e desideri che credevamo sepolti per sempre. All’improvviso, una persona che si è identificata per trent’anni principalmente come “il papà di Marco” o “la moglie di Giuseppe” si ritrova a chiedersi: “Ma io chi sono davvero?”

Le motivazioni segrete che nessuno confessa

Se pensi che l’infedeltà in età matura nasca principalmente da problemi sessuali o da insoddisfazione coniugale, ti sbagli di grosso. Le ricerche mostrano che le motivazioni sono molto più sottili e complesse. Il bisogno di sentirsi ancora desiderabili gioca un ruolo fondamentale: dopo anni in cui il partner ti vede principalmente come madre, padre, o compagno di routine, ritrovarsi oggetto di interesse romantico può essere incredibilmente gratificante.

La nostalgia del passato rappresenta un altro fattore chiave, alimentando la voglia di rivivere emozioni giovanili o di esplorare strade che non si sono mai percorse. C’è poi il senso di urgenza temporale: la consapevolezza che il tempo sta passando può spingere a vivere il momento con maggiore intensità, mentre la ricerca di autonomia dopo decenni di decisioni condivise può far nascere il desiderio di avere qualcosa di completamente proprio.

Non dimentichiamo i cambiamenti ormonali, che possono influenzare non solo il desiderio, ma anche l’umore e la percezione di sé, creando una tempesta perfetta di fattori che possono portare a scelte impreviste.

Il fattore autocontrollo

Ecco un aspetto che molti ignorano: tutti noi abbiamo una capacità limitata di autoregolazione, e questa può essere seriamente compromessa durante periodi di stress o cambiamenti significativi. La terza età, con tutte le sue sfide e transizioni, rappresenta esattamente uno di questi momenti critici.

Il pensionamento può essere stressante, la perdita di persone care può destabilizzare, i problemi di salute possono spaventare. Tutti questi fattori possono ridurre la nostra capacità di prendere decisioni ponderate e mantenere il controllo sui nostri impulsi. È come se il nostro sistema di difese interne si indebolisse proprio quando ne avremmo più bisogno.

Darwin aveva ragione, anche a 70 anni

Se vogliamo davvero capire cosa sta succedendo, dobbiamo guardare alla nostra natura più profonda. Gli esseri umani sono biologicamente programmati per cercare sia la stabilità che la novità. È un paradosso evolutivo che ci ha permesso di sopravvivere come specie: abbiamo bisogno di relazioni stabili per crescere i figli, ma anche della spinta alla variazione per garantire la diversità genetica.

Questo conflitto interno non scompare magicamente quando compiamo 60 anni. Anzi, può intensificarsi quando sentiamo che il tempo a nostra disposizione si sta accorciando. La ricerca del nuovo, dell’inesplorato, del “cosa sarebbe successo se…” può diventare particolarmente urgente quando realizziamo che le opportunità future potrebbero essere limitate.

I segnali che tutti ignoriamo

Riconoscere i segnali di una possibile crisi nella terza età è complicato perché sono molto diversi da quelli che conosciamo. Non si tratta necessariamente di comportamenti evidenti come tornare a casa tardi o essere evasivi al telefono. I segnali possono essere molto più sottili e facilmente fraintendibili come normali cambiamenti legati all’età.

Un improvviso interesse per i social media da parte di qualcuno che prima li disdegnava. Cambiamenti nell’abbigliamento o nella cura dell’aspetto fisico. La ricerca di nuovi hobby o attività, specialmente se coinvolgono persone al di fuori della cerchia familiare abituale. Conversazioni sempre più frequenti sul passato, sui rimpianti, sulle occasioni perdute. O semplicemente un atteggiamento più distaccato nei confronti della routine familiare consolidata.

Oltre il giudizio: una questione di comprensione

È importante sfatare alcuni miti dannosi sull’infedeltà in età matura. Non si tratta di persone “viziate” o “irresponsabili” che distruggono famiglie per capriccio. Non sono nemmeno casi di “rimbambimento” o perdita del senso morale. Spesso sono individui perfettamente lucidi che stanno attraversando una fase complessa della loro vita, cercando di ridefinire la propria identità in un mondo che cambia rapidamente.

La teoria dell’attaccamento ci insegna che il nostro modo di legarci agli altri si evolve durante tutta la vita. Quello che funzionava a 30 anni potrebbe non essere più sufficiente a 65. Le persone crescono, cambiano, sviluppano nuovi bisogni. Questo non significa che l’amore diminuisca, ma che potrebbe aver bisogno di essere espresso o ricevuto in modi diversi.

Il ruolo della comunicazione

La buona notizia è che comprendere questi meccanismi può aiutare le coppie mature a navigare meglio le acque agitate della terza età. La chiave sta nella comunicazione aperta sui cambiamenti che si stanno vivendo, nell’accettazione che entrambi i partner stanno evolvendo, e nella volontà di adattare la relazione alle nuove esigenze.

Non si tratta di controllare o limitare l’altro, ma di creare uno spazio sicuro dove entrambi possano esprimere i propri bisogni, le proprie paure, i propri desideri senza timore di essere giudicati. Riconoscere che dopo 25, 30 o 40 anni insieme è normale che le cose cambino può essere liberatorio per entrambi i partner.

Il futuro delle relazioni lunghe

Quello che stiamo osservando oggi potrebbe essere solo l’inizio di un cambiamento più ampio nel modo in cui concepiamo le relazioni a lungo termine. Con l’aspettativa di vita che continua ad aumentare, le coppie moderne si trovano a dover gestire relazioni che possono durare 50, 60 o anche 70 anni. È naturale che questo richieda nuovi strumenti, nuove strategie, nuove forme di flessibilità.

L’infedeltà in età matura, piuttosto che essere vista automaticamente come un fallimento o una tragedia, potrebbe essere compresa come un segnale che la relazione ha bisogno di essere rinegoziata e adattata alle nuove fasi della vita. Non stiamo giustificando il tradimento, ma suggerendo che potrebbe essere utile vederlo come un sintomo di bisogni non riconosciuti piuttosto che come un atto di pura cattiveria.

La sfida per le coppie del futuro sarà quella di imparare a reinventarsi continuamente, di non dare mai nulla per scontato, di continuare a investire nella crescita personale e di coppia indipendentemente dall’età. Perché, alla fine dei conti, l’essere umano rimane un essere complesso, in continua evoluzione, con bisogni profondi di connessione, riconoscimento e crescita che non svaniscono mai completamente.

Comprendere questo può aiutarci a costruire relazioni più forti, più consapevoli e più adattabili, capaci di prosperare anche quando la vita ci presenta sfide che non avremmo mai immaginato. E forse, solo forse, può aiutarci a guardare con occhi diversi anche ai nostri genitori e nonni, riconoscendo che anche loro, come noi, sono esseri umani complessi con il diritto di cercare la felicità e la realizzazione in ogni fase della loro vita.

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