In sintesi
- 🎬 Settembre
- 📺 Rai 3 HD, ore 21:20
- 📝 Un film italiano pluripremiato che racconta con delicatezza e autenticità le crisi e i desideri di persone comuni, esplorando le loro paure, insicurezze e voglia di cambiamento nella cornice di una Roma suburbana, grazie a un cast d’eccezione e una regia sensibile.
Settembre, Giulia Steigerwalt, Barbara Ronchi e Fabrizio Bentivoglio sono le parole chiave che dominano la serata televisiva dell’1 agosto 2025: torna su Rai 3 HD alle 21:20 uno dei film italiani più sorprendenti degli ultimi anni, pronto a farti ragionare, commuovere e magari anche ispirare. E non si tratta della solita pellicola estiva: vincitore di 2 David di Donatello e di un Nastro d’Argento, Settembre è una di quelle opere che sanno lasciare il segno sia nella pancia che nella testa degli spettatori, capace di esplorare nuove prospettive sulle vite (apparentemente) comuni di chi spesso si sente invisibile.
Settembre: il film che racconta ciò che nessuno ha il coraggio di dire
C’è un filo rosso che attraversa Settembre: la crisi, la paura di restare fermi e quell’irrinunciabile voglia di autenticità che scava sotto la superficie delle cose. Il film, diretto dall’esordiente Giulia Steigerwalt – alla sua prima esperienza dietro la macchina da presa dopo anni da sceneggiatrice – ci regala un dramma corale, pieno di sfumature e non privo di una certa ironia disillusa, tipica della generazione adulta di oggi.
Si parte da Francesca (Barbara Ronchi), donna in crisi con il marito, che trova una confidente in Debora (Thony), anche lei spaesata nei labirinti del matrimonio. Poi c’è Sergio (Fabrizio Bentivoglio), ginecologo disilluso, spettatore privilegiato di promesse di felicità spesso non mantenute, costretto ad ascoltare anche i turbamenti di un’adolescente che brucia per la paura di restare indietro nella corsa della vita. In questa Roma periferica, grigia e calda di settembre, ogni personaggio cerca parole che possano riempire quello che la quotidianità ha svuotato.
- Il film offre dialoghi autentici e scene “rubate” alla realtà, dove a momenti sembra davvero di spiare pezzi di vite vere anziché una finzione scenica.
- I conflitti sono raccontati senza melodramma, con una delicatezza che colpisce dritto al cuore: Steigerwalt firma una regia consapevole e misurata.
Il titolo, Settembre, non è solo indicativo di una stagione. È un simbolo: quel limbo tra fine e inizio, tra illusioni che si sgretolano e piccole speranze controcorrente. Perfetto per chi ama il cinema che non urla, ma sottovoce dice tutto ciò che la nostra generazione spesso non trova il coraggio di dire (né al cinema né fuori).
Cast d’eccezione: Barbara Ronchi, Fabrizio Bentivoglio e Thony in Settembre
Che cos’hanno in comune Barbara Ronchi, il camaleontico Fabrizio Bentivoglio e la multitalentuosa Thony? Semplice: sanno portare in scena la verità dei personaggi senza bisogno di grandi effetti speciali. Ronchi, già consolidata per ruoli forti (“Padrenostro”, “Gli anni più belli”), qui dosa alla perfezione insicurezze e nervi scoperti. Bentivoglio, che non ha certo bisogno di presentazioni, regala sfumature geniali ad un medico stanco e umano, mentre Thony aggiunge quella sensibilità indie che non è mai fuori posto in un racconto di anime in tempesta. Piccola chicca per i nerd delle serie tv italiane: nel cast c’è anche Andrea Sartoretti (“Romanzo criminale – La serie”), conferma di come Steigerwalt abbia radunato un vero dream team della sensibilità post-millenials.
- Impossibile non notare la scrittura: quasi minimalista, con dialoghi che restano in testa anche dopo i titoli di coda.
- La regista si prende il lusso – raro nel cinema italiano attuale – di accompagnare i personaggi in percorsi che non promettono miracoli ma cambiamenti possibili anche nell’ordinario.
Perché “Settembre” è una piccola rivoluzione nel cinema italiano recente
Non è solo un film sulle crisi di mezza età o sull’adolescenza irrisolta. Settembre ha il pregio di scardinare alcuni stereotipi: evade dalle vecchie dinamiche da “cinema generazionale” per disegnare un universo dove lo smarrimento non è debolezza, ma springboard di nuova coscienza. Ecco perché la pellicola, pur avendo incassato meno di alcune produzioni ultra-pubblicizzate, è diventata un piccolo cult fra gli spettatori più attenti e fra addetti ai lavori, tanto da aver fatto incetta di nomination ai Nastri d’Argento e ai David di Donatello – doppietta da record per un debutto.
La location – una Roma suburbana inedita, quasi senza cartolina – gioca un ruolo essenziale nel donare un’identità ibrida al film: qui chiunque può riconoscersi, tra promesse di felicità non mantenute e la consapevolezza sottile che il vero cambiamento può arrivare anche a settembre, quando tutti pensano sia ormai troppo tardi per ripartire.
Insomma, se cerchi una valida alternativa fra reality e blockbuster muscolari, questo è il titolo da non perdere stasera in TV: un film destinato a lasciare il segno e – perché no – ad alimentare conversazioni profonde e sincere con chi vuoi tu sul divano. Prenditi un paio d’ore e lasciati sorprendere da Settembre: perché il vero cambiamento comincia sempre nei giorni che sembrano più uguali agli altri.
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